Immagine di Serena all'inizio del percorso RTFB

Serena e il primo mese di Run to Feel Better

Qualche giorno fa Michele ci ha chiesto se fossimo disponibili a tirare un primissimo bilancio di questa esperienza, condividendo le nostre sensazioni dopo il primo mese di RTFB 2.0.

Ci ho messo un po’ a metterle giù e riordinare le idee, perché in realtà non mi ero ancora soffermata a pensare a cosa stessi davvero provando dopo queste prime settimane. Tutto sta scorrendo così naturalmente…

In verità l’emozione più grande l’ho vissuta il 4 novembre, quando Fede Barazzotto ha tagliato il traguardo della sua prima Maratona, quella di New York. Nel corso dell’anno non avevo seguito molto i suoi progressi: sapevo che correva, avevo visto i suoi cambiamenti fisici e la sua perdita di peso, ma ciononostante non mi ero molto interessata al programma sportivo che stava seguendo. Però quel giorno ho inserito il suo numero di pettorale sulla APP per seguirlo durante tutta la maratona e… giuro, credo di aver sofferto un po’ con lui: ho seguito costantemente il suo percorso, il suo tempo, felice nel vedere i chilometri susseguirsi. E quando ho visto che anche lui era un finisher, lo ammetto… mi sono commossa! Ho immaginato che sensazioni e quale turbinio di emozioni stesse provando, dopo un lavoro ed una preparazione lunga un anno, quale soddisfazione potesse provare nel tagliare quel traguardo dopo tutta la fatica fatta… io non ce la potrei mai fare… ma davvero? È in quel preciso momento che è scattato in me il desiderio di provare in prima persona quelle emozioni. Una gran bella pazzia, non c’è che dire: correre per più di 42 km, tenendo conto che io odio correre, non fa per me… ma perché no?!

La seconda emozione forte l’ho provata nel premere “invio” per mandare la mia candidatura, perché in quel momento ho avuto la consapevolezza che mi stavo dicendo “ce la posso fare, eccome…”.

Quando poi lo stesso Fede mi ha chiamata sul palco il 15 dicembre scorso l’emozione non è stata così travolgente come ci si potrebbe aspettare, quasi come se avessi avuto fin dal momento della mia auto candidatura la consapevolezza che sarei stata una delle prescelte… perché sentivo in cuor mio che era finalmente il mio momento e che quindi di per certo sarebbe successo (ebbene sì, sono proprio un’incurabile ottimista!).

Da quel momento ai successivi allenamenti di corsa è stato tutto una conseguenza naturale, che fin da subito ha fatto parte dell’organizzazione delle mie giornate. Con questo spirito non mi sono mai allenata contro voglia, forte anche di quella sensazione di benessere (e stanchezza) che mi fa sentire viva alla fine di ogni uscita.

Il gruppo, poi, è davvero fantastico: si respira un grande e contagioso entusiasmo, sia dei nuovi “prescelti” che dai veterani dell’anno appena trascorso, che nonostante i traguardi raggiunti continuano incessantemente a non mollare.

E che dire di Michele e Edoardo? Il loro entusiasmo e la loro dedizione alla causa ed alla cura di ognuno di noi mi danno una carica indescrivibile! Anche se la cosa che in assoluto mi fa più sorridere è quando Michele ci chiama “Runner”… suona strano stranissimo… perché io odio correre!

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Responses

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  1. E niente sono soltanto la mamma (di questa Runner)…. voglio solo dire che Serena già da piccola con la sua forza di volontà ha avuto gran risultati in ogni campo…. E dura e sensibile, ha un gran cuore ed è testarda…. Vai cosi Piccola mia, so che c’è la farai come hai sempre fatto… Tvtb (la tua mamma) ❤️