Festa, perché la maratona come l’ho vissuta io è stata una festa.
Come la festa di fine anno a scuola, come una festa di compleanno, come la festa di aver realizzato un sogno tanto desiderato.
11 mesi fa quando sono stato scelto per partecipare a Run to Feel Better, il mio obbiettivo principale era rimettermi in forma e se ne avessi avuto la forza concludere con una maratona.
11 mesi di allenamenti, gare e infortuni.
Ammetto che a metà percorso volevo abbandonare, ma grazie a mia moglie, i miei figli e al gruppo che RTFB ha messo insieme , ho iniziato a credere che ce l’avrei fatta per davvero.
Gli infortuni si sa fanno parte del gioco, quindi l’ambizione di fare un ottimo tempo è svanita 2 mesi prima della maratona.
Con la mia famiglia a farmi da supporto siamo partiti per New York, consapevoli che la mia gara sarebbe stata diversa dal piano originale, la sera prima se mi avessero tirato contro un muro sarei rimasto attaccato talmente ero teso.
Si dorme poco la notte prima della gara.
A Staten Island, insieme ai miei compagni, tutte le paure sono svanite nel momento in cui lo sparo ha dato il via alla corsa.
Da li in poi sono stati 42,195 km di festa, ho riso, pianto, ballato e cantato.
Al primo incontro con la mia famiglia intorno al km 15 mi sono commosso, poi sono ripartito con più forza e voglia di prima, sapendo che mi avrebbero aspettato a Central Park per la consegna di quel cappello Alpino che significa molto per me.
Taglio il traguardo con gli occhi pieni di lacrime, ma lacrime di felicità.
Grazie Loana, Edoardo e Martina per avermi accompagnato, supportato e sopportato in questo lungo anno.
A Michele per avermi dato questa possibilità.
Ai miei amici di RTFB.
Giovanni “Pigna” Guadagnuolo
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